È un paese normale? Un luogo in cui la sopravvivenza, il pagamento delle tasse e la possibilità di mettere cibo sulla tavola ogni giorno sono diventati un'impresa impossibile. Riuscire a far studiare i propri figli o a condurre una vita normale sembra un lusso per troppa gente. Numerose famiglie si trovano in difficoltà, e purtroppo, si cerca in tutti i modi di nascondere il problema, adottando vari sistemi di distrazione. Il teatrino è in piena attività, tra salotti televisivi, giornali compiacenti e noi stessi che cadiamo nella trappola. Siamo complici. Non mi interesso ai dibattiti televisivi o alle chiacchiere inconcludenti. Proviamo invece a spostare l'attenzione sul vero problema e a lasciare che gli idioti si parlino addosso, convinti di aver intrappolato tutti. Qualcuno non ci sta e sta cercando di organizzarsi.
Rispetto tutte le tesi possibili, ma i voti non si “cercano”, dobbiamo risvegliare nei cittadini la voglia di “alzarsi” e spingerli ad attivarsi. La crisi è profonda, io la percepisco e vedo la disperazione di tante famiglie che non potranno partecipare ai dibattiti televisivi, che voi reputate centrali, perché non hanno più elettricità, non hanno una casa, non trovano speranza. I criminali che ci governano, rassicurati dalle menzogne diffuse dai loro servi e dai loro redditi da nababbi, sono sordi alle grida di dolore che si possono trasformare in dissenso solo con l'informazione e la giusta conoscenza. Agiscono come sempre, cercando di evitare il problema. Noi dobbiamo contrastare questa tattica e mostrare loro il paese reale che soffre. Il paese non è come ci viene descritto dai media, ma è un luogo in putrefazione adatto a chi è abituato a rubare.

Speranza di emanciparsi

Volontà a non piegarsi